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Visualizzazione dei post da gennaio, 2011

Nuovi concorsi riserva posti ex militari

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Nuovi concorsi nella pagina ex-volontari di Radio Naia.

La Brigata Sassari da ottobre in Afghanistan

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Sassari – Nel prossimo autunno la Brigata Sassari ritornerà in Afghanistan. A confermarlo è il sottosegretario alla Difesa Giuseppe Cossiga. I Sassarini saranno così a Herat per la terza volta: adesso ci sono gli Alpini, dopo i quali arriveranno nel martoriato paese asiatico i parà della Folgore. Successivamente, da ottobre e fino all'aprile del 2012, toccherà ai Diavoli Rossi. Gli uomini impiegati saranno più di un migliaio. Stavolta il 151esimo reggimento di Cagliari e il 152esimo di Sassari verranno impiegati in zone diverse. Ci saranno anche i genieri di Macomer, ma non il reggimento al completo, probabilmente la metà. La Brigata, composta al 90 per cento di sardi, è inserita tra le Grandi Unità delle Forze di Protezione. Questo significa che nell'ambito dell'operazione Isaf a lei spetterà il Comando frame work del Regional Command West a Herat. Eseguirà compiti di peacekeeping. Il ritiro dei militari della Nato dall'Afghanistan è previsto per il 2014. E le date

Alpino ucciso, Isaf: a sparare soldato afghano, non un insorto

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KABUL (Reuters) - Luca Sanna, la cui salma è giunta stamani a Roma, è stato ucciso da un soldato afghano e non da un insorto. Lo ha riferito oggi l'Isaf, rivedendo la dinamica dell'accaduto fornita in un primo tempo. L'uccisione, due giorni fa, del caporal maggiore scelto degli alpini rappresenta l'ultimo di una serie di attacchi da parte di soldati afghani ribelli, e mette in luce la pressione sulle truppe Nato incaricate di addestrare rapidamente le forze locali per trasferire loro, quest'anno, la resposnabilità della sicurezza. Nell'attacco, verificatosi nell'avamposto di Bala Murghab nella provincia di Badghis, nell'Afghanistan occidentale sotto responsabilità italiana, è rimasto ferito un commilitone di Sanna. Il soldato afghano si è avvicinato ai due militari italiani chiedendo di usare la loro attrezzatura per pulire il suo fucile M-16, dice Isaf in una nota. "I due militari Isaf hanno visto che l'arma del soldato afghano era carica

Nuovi concorsi riserva posti ex militari

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Nuovi concorsi nella pagina ex-volontari di Radio Naia.

La Russa, Miotto ha gridato 'mi hanno colpito' prima di morire

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Erat, 5 gen. - "Matteo Miotto ha avuto il tempo di accorgersi di quello che stava accadendo e ha gridato 'mi hanno colpito' prima di perdere conoscenza". A ricostruire l'uccisione del caporal maggiore veneto, avvenuta il 31 dicembre scorso nella valle del Gulistan, in Afghanistan, e' il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, da Herat dove e' arrivato in visita al contingente italiano. La Russa ha aggiunto che ad uccidere Miotto "e' stato un colpo sparato da un fucile di precisione di fabbricazione sovietica, degli anni Cinquanta, il 'Dragunov', negli ultimi tempi usato dagli insorti, e reperibile anche al mercato nero di Farah". E' stata questa arma quella "utilizzata dal gruppo che ha ingaggiato un vero e proprio scontro a fuoco con i nostri militari lo scorso 31 dicembre". Cio' e' testimoniato "dalla pallottola che ha colpito Miotto e che e' stata rinvenuta all'interno della sua mimetica".

Finalmente la graduatoria del 15° concorso V.S.P.

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Clicca qui per consultare la graduatoria ! 

Afghanistan. Cordoglio e l'obbligo della memoria

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E' la 35esima vittima italiana in Afghanistan. Ben 11 nel solo 2010. Una guerra iniziata il 7 ottobre 2001, che ha già provocato 50 mila morti I numeri come dimensione reale della tragedia. 35 militari italiani uccisi dal 2004, inizio della missione Isaf. La dimensione della tragedia Afghanistan, oltre che dalla successione inininterrotta di funerali di Stato che hanno accompagnato lo stillicidio di morti italiani, 11 soltanto nel 2010, è data dal numero delle vittime complessivo. Ler organizzaziponi umanitarie ci dicono di 50 mila morti, quasi 22 mila soldato Nato e almeno 27 mila guerriglieri, 14 mila civili e 7 mila soldati afgani. Nonostante l'invio di massicci rinforzi e il lancio di 'grandi offensive', le truppe d'occupazione della missione Isaf stanno perdendo la guerra contro la resistenza afgana, ormai in controllo della maggior parte del paese e infiltrata in tutte le città, a partire da Kabul. Questa situazione di stallo, accompagnata dal continuo au