Trappola dei talebani Due nostri soldati uccisi in Afghanistan
Il loro motto è "Fino alla fine", ma gli uomini del 32° genio guastatori di Torino non si aspettavano certo una missione afghana tanto nefasta. I primi due caduti li avevano lasciati sul campo il 17 maggio quando un ordigno esplosivo aveva dilaniato il sergente maggiore Massimiliano Ramadù e il caporal maggiore Luigi Pascazio. Ieri è successo di nuovo. Un'altra trappola esplosiva ha ucciso un sottufficiale e un caporal maggiore di un gruppo Iedd (Improvised Explosive Device Disposal) del 32° genio chiamati a bonificare la strada dove era stato individuato l'ordigno. Ma stavolta si trattava di un'esca studiata per trarre in inganno la squadra e colpirla con un secondo ordigno nascosto nelle vicinanze . A Herat alle 20 di ieri sera ora italiana le bocche sono ancora cucite perché la dinamica dell'incidente è ancora assai poco chiara e "perchè, - come spiega a "Il Giornale" il Maggiore Mario Renna, portavoce del comando, - "le due salme non so