Libia, Gheddafi: uccideremo chi protesta Mercenari sparano, decine di vittime



IL COLONNELLO: abbiamo costretto l'Italia a pagare gli indennizzi. Insorti controllano aeroporto. L'Onu propone blocco beni e embargo armi. La Ue pensa a no fly zone. Telefonata Obama-Berlusconi: serve risposta coordinata


ROMA - Assediato a Tripoli nel suo bunker, mentre nella capitale libica esplodono gli scontri, con decine di morti, Gheddafi nel pomeriggio fa a sorpresa la sua comparsa in piazza Verde, acclamato da alcune migliaia di sostenitori. Intanto le forze di opposizione già si "autogovernano" in Cirenaica e conquistano posizioni da est a da ovest, scontrandosi con le milizie e i mercenari fedeli al colonnello. L'aroporto della capitale sarebbe nelle mani dei rivoltosi. Gheddafi tenta di blandire gli insorti promettendo aumenti salariali e sussidi.

Cadute nelle mani dei ribelli Zuara, 110 chilometri a ovest di Tripoli, e Misurata, 210 chilometri a est. Scontri «fra manifestanti che si avvicinano alla capitale e milizie pro-regime» nella zona fra la capitale libica e il confine tunisino. Tre città nelle montagne a 150 km a sud ovest della capitale stanno per cadere nelle mani degli insorti: sono Yefren, Zenten e Jadu, area roccaforte della minoranza etnica berbera. «Comincia la marcia verso Tripoli da Zawia e Toujura. Vogliono liberare Tripoli oggi, ma le milizie armate di Gheddafi sono ad ogni angolo. Ci aspettiamo la carneficina», ha detto questa mattina all'Ansa una testimone.

A Tripoli scontri e decine di vittime. Scontri tra manifestanti e forze di sicurezza in alcuni quartieri di Tripoli, tra cui Fashlum e Shatt Elbher, riferisce al-Arabiya. La polizia è schierata da questa mattina fuori dalle moschee della capitale. Una manifestazione è stata subito repressa nella moschea di piazza Algeria, a pochi passi dalla Piazza Verde. Poco dopo la fine della preghiera circa 200 manifestanti si sono radunati davanti alla moschea e hanno cominciato a gridare slogan islamici e contro Gheddafi. Subito sono intervenuti i poliziotti in divisa e i miliziani in borghese, che hanno aperto il fuoco sulla gente, causando un fuggi fuggi generale. Sarebbero decine i morti e i feriti colpiti dalle brigate fedeli a Gheddafi in diversi quartieri di Tripoli.

Mercenari sparano da ambulanze. «Le forze dell'ordine hanno sparato su manifestanti in maniera indiscriminata. Ci sono dei morti nelle vie di Sug Al Jomaa», ha detto un abitante del quartiere. Testimoni in altri quartieri della periferia est, come Ben Ashur e Fashlum, hanno segnalato «fitte sparatorie su tutti coloro che sono per strada». «Tripoli è in un bagno di sangue. Nella strada di Shat, nella periferia est della città, la gente era affluita da cinque moschee e i miliziani di Gheddafi hanno sparato sulla folla facendo morti e feriti. Poi è arrivata un'ambulanza, ma quando si sono aperte le porte sono apparsi dei mercenari e anche loro hanno sparato sulla folla», dice una testimone.

La brigata dell'esercito schierata nel quartiere Tajura si è unita ai manifestanti. Lo ha annunciato un giornalista libico ad al-Jazeera. I soldati avrebbero marciato con i manifestanti. L'aeroporto internazionale di Maatiqa sarebbe caduto nelle mani dei manifestanti. I militari al suo interno avrebbero aderito alla rivolta contro Gheddafi. Secondo al Arabiya i manifestanti avrebbero preso il controllo di alcuni quartieri della capitale. 

Gheddafi è comparso sulla piazza verde a Tripoli, ripreso dalla tv, ed è tornato a minacciare gli insorti. «Voi siete il popolo, preparatevi a difendere il paese - ha detto il colonnello ai suoi sostenitori - Abbiamo costretto l'Italia a pagare gli indennizzi per la colonizzazione, voi siete i figli di Omar al-Mukhtar, avete vinto contro l'Italia. Guardate Europa e America, guardate terroristi cosa è capace di fare il popolo libico, è questo il popolo libico, è questa la rivoluzione, il jihad degli eroi come al-Mukhtar e il popolo armato può sconfiggere ogni attacco. Rispondete alle tv e alle radio della menzogna. Chi non mi ama non merita la vita, sarà un inferno. I depositi di armi sono aperti per armare il popolo e assieme combatteremo, sconfiggeremo e uccideremo chi protesta. Guardate, sono tra voi: ballate, cantate e siate felici», ha concluso Gheddafi accomiatandosi. Al termine del discorso la folla ha scandito lo slogan: «Solo Dio, Muammar e Libia!». Sul lungomare, a poche centinaia di metri, sono stati piazzati posti di blocco presidiati da polizia, esercito e miliziani armati con la fascia verde al braccio. 

Gheddafi controlla ormai soltanto la caserma-bunker di Bab Alazizia, dove risiede a Tripoli, aveva detto in precedenza al Jazeera. In mattinata si erano rincorse voci sulla morte del colonnello. Le voci sono state subito smentite e cortei di auto con foto di Gheddafi si erano formati in centro. Seif Al-Islam Gheddafi ha detto in un'intervista alla Cnn turca che la sua famiglia rimarrà a qualunque costo in Libia. A una domanda del giornalista su un eventuale piano B di fuga in caso di vittoria degli insorti, Seif Al-Islam ha risposto: «Il nostro piano A è di vivere in Libia e di morirci. Il piano B è di vivere in Libia e di morire lì». Il figlio di Gheddafi ha ammesso la perdita di controllo dell'est della Libia, ma ha assicurato che le autorità libiche riprenderanno presto il controllo della regione. «Non possiamo permettere - ha dichiarato - che un pugno di terroristi controlli una parte della Libia e la sua popolazione».

Gheddafi è sempre più isolato internazionalmente, con l'avvicinarsi di una serie di sanzioni da più parti, tra cui il blocco dei beni del regime e l'embargo sulle forniture di armi, mentre i suoi diplomatici continuano ad abbandonarloGheddafi, i suoi familiari e i suoi collaboratori a viaggiare nell'Ue. 

Nato e Unione europea stanno coordinando gli sforzi per mettere a punto un piano di emergenza umanitaria, oltre ad una no-fly zone, un'area di non volo, per proteggere pozzi petroliferi e popolazioni civili dall'aeronautica libica.

Gli Stati Uniti hanno alzato la voce, forse perchè una nave carica di profughi è riuscita a lasciare finalmente la Libia, e lo stesso hanno fatto una serie di voli charter. Le attività dell'ambasciata a Tripoli sono state sospese e il personale diplomatico è stato evacuato. Il portavoce della Casa Bianca ha annunciato una serie di sanzioni unilaterali americane, che si aggiungeranno a quello delle Nazioni Unite. 

La Nato: pronti a ogni eventualità. La Nato continua a seguire la situazione in Libia e in stretto coordinamento con gli altri organismi internazionali «continuerà a consultarsi allo scopo di prepararsi ad ogni eventualità», ha dichiarato il segretario generale Anders Fogh Rasmussen, al termine della riunione d'emergenza del Consiglio Atlantico dell'Alleanza.

Silvio Berlusconi e Barack Obama sono d'accordo: in Libia è necessaria una risposta multilaterale coordinata, per garantire da un lato l'adeguata «assistenza umanitaria», dall'altro «i diritti umani fondamentali», perché «il popolo libico ha diritto di determinare il proprio destino». In questi termini la Casa Bianca ha reso noto i contenuti di un colloquio telefonico tra Berlusconi e Obama. 

Il governo libico intanto ha aumentato gli stipendi, alzato i sussidi per il cibo e ordinato indennità speciali per tutte le famiglie per cercare di placare la rivolta, finora repressa con violenza. Lo riferisce la televisione di stato. Secondo la tv di Stato ogni famiglia riceverà 500 dinari libici (pari a 290 euro) per coprire l'aumento del costo del cibo, mentre gli stipendi di alcune categorie di dipendenti pubblici aumenteranno del 150%.


FONTI: ILMESSAGGERO.IT

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