Afghanistan/ La ritorsione degli alpini contro i talebani



Hanno asciugato le lacrime per i commilitoni morti nell'attentato del 17 maggio, poi prima dell'alba sono passati all'azione. Alpini paracadutisti, accompagnati da marines americani e commandos afgani, hanno attaccato un accampamento talebano non lontano da Bala Murghab, nella stessa zona dove era scattata la trappola contro il convoglio italiano. Poi è intervenuta l'aviazione statunitense, che ha colpito i miliziani fondamentalisti in fuga. E' quanto riferisce il settimanale L'Espresso in un articolo del numero che andrà in edicola venerdì.

L'operazione è stata condotta il 18 maggio nel massimo segreto. L'autorizzazione sarebbe venuta direttamente dal ministro della Difesa Ignazio La Russa. L'unica traccia è apparsa nel bollettino del comando americano che coordina le operazioni aeree in Afghanistan, sempre loquace nel descrivere i raid in aiuto degli alleati: "Un bombardiere B1 Lancer ha sganciato ordigni di precisione contro postazioni nemiche per neutralizzarle. L'azione e' stata dichiarata un successo dagli osservatori sul terreno quando è cessato il fuoco nemico".

Il blitz avrebbe seguito una tattica standard: gli incursori prendono posizione nel buio e attaccano appena sorge il sole. La loro offensiva spinge i talebani verso passaggi obbligati, dove sono appostati altri commandos che con puntatori laser dirigono sui bersagli le bombe sganciate dall'aereo. Un tiro incrociato, letale. Per fare capire ai talebani che anche gli italiani sono pronti a rispondere colpo su colpo. Una rappresaglia per l'attentato contro gli alpini? Questo e' il modo in cui si combatte la guerra afgana, che pero' il governo chiama ancora "missione di pace".

FONTI: AFFARITALIANI.IT

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