Afghanistan. Cordoglio e l'obbligo della memoria

E' la 35esima vittima italiana in Afghanistan. Ben 11 nel solo 2010. Una guerra iniziata il 7 ottobre 2001, che ha già provocato 50 mila morti

I numeri come dimensione reale della tragedia. 35 militari italiani uccisi dal 2004, inizio della missione Isaf. La dimensione della tragedia Afghanistan, oltre che dalla successione inininterrotta di funerali di Stato che hanno accompagnato lo stillicidio di morti italiani, 11 soltanto nel 2010, è data dal numero delle vittime complessivo. Ler organizzaziponi umanitarie ci dicono di 50 mila morti, quasi 22 mila soldato Nato e almeno 27 mila guerriglieri, 14 mila civili e 7 mila soldati afgani.


Nonostante l'invio di massicci rinforzi e il lancio di 'grandi offensive', le truppe d'occupazione della missione Isaf stanno perdendo la guerra contro la resistenza afgana, ormai in controllo della maggior parte del paese e infiltrata in tutte le città, a partire da Kabul.

Questa situazione di stallo, accompagnata dal continuo aumento dei caduti occidentali, sta mettendo a dura prova la tenuta dell'alleanza militare atlantica (divenuta ormai la vera posta in gioco politica di questo conflitto), al punto che alcuni paesi hanno già effettuato (Olanda) o deciso (Canada) il ritiro dei propri contingenti.

Per uscire dall'imbarazzante pantano afgano, senza perdere il controllo del paese, Usa e Nato hanno programmato una 'exit strategy' parziale, che prevede l'afganizzazione del conflitto con il ritiro graduale, entro il 2014, delle truppe alleate da combattimento, pur mantenendo stabilmente nel paese basi e uomini con funzioni di supporto e addestramento alle forze armate locali. Il tutto accompagnato da un processo di riconciliazione con i talebani, affidato al presidente afgano Hamid Karzai e al Pakistan.

FONTI: AGENZIAMI.IT

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